La famiglia di mia moglie, Licia MARTINUZZI, era originaria di Tricesimo, in provincia di Udine. Le prime tracce del nome si trovano nel XV secolo:
- anno 1424 Martinucio quondam Zuanitto di Tricesimo,
- anno 1450 (da documento scritto in friulano) mastri Jacum di Martinuç di Tricesimo.
Secondo ricerche d'archivio a cura di Giovanni Fantini (autore, assieme ad Ennio Costantini, del libro "I cognomi del Friuli"):
- anno 1456 Iacomo Martinuz di Tricesimo
- anno 1534 6 maggio m.º Alessandro Martinuzzi calzolaio, figlio di m.º Cristoforo q. Giacomo di Tricesimo, sposa Mara figlia di m. º Pietro de Marcon q. Maino abitante in Adorgnano: dote di ducati 100 e il padre gli dà la sua parte, tra cui una casa posta avanti alla chiesa di Santa Maria di Tricesimo
- anno 1546 divisione tra Alessandro, Antonio, Picin, Menico e Giuseppe fratelli q. Cristoforo Martinuzzi di Tricesimo
- anno 1575 Giovanni Martinuzzi di Tricesimo, erede del q. Cristoforo Martinuzzi
- anno 1584 Pietro Martinuz di Tricesimo
- anno 1605 ser Petri Martinuccij de Tricesimo
- anno 1630 Francesco Martinuzzo detto lo Piccinutto, di Tricesimo
La costruzione dell'albero genealogico iniziale della famiglia Martinuzzi è stata facilitata dal reperimento fra le carte di mio suocero di un suo manoscritto con la trascrizione di un albero genealogico redatto proprio da sua zia Giuseppina, contenente sul retro del foglio la storia iniziale della famiglia, "Nostro nonno (Giovanni Pietro [1807-1895] - ndr) diceva che circa 300 anni prima era giunto da Tricesimo il primo Martinuzzi, che facevo lo scalpellino o forse il muratore, perché lui o suo figlio costruirono forse una sola parte dell'ala della casa di Albona..." . Secondo quest'albero il capostipite era Lorenzo Martinuzzi, nato attorno al 1650 e sposato con Maddalena. Successive ricerche portate avanti da Alberto Martinuzzi, hanno permesso di individuare sia il padre di Lorenzo, Bernardino (1610-1674), sposato con Sabbata, che suo nonno Francesco (1575-1645). Lorenzo ebbe numerosi figli, fra questi Bernardino e Carlo si dedicarono all'architettura, in particolare Carlo si trasferì a Lubiana dove si possono tuttora vedere numerose sue opere. Alla fine del 1600 Giuseppe (Iseppo o Gioseffo) Martinuzzi, scalpellino, si trasferì ad Albona, in Istria, che allora faceva parte della Repubblica di Venezia. Giuseppe si sposò in Albona, con Zuanna Bersezan da cui ebbe 7 figli e cominciò a costruire la casa  in cui, nel 1844, nacque Giuseppina Martinuzzi, educatrice e scrittrice. La casa è ancora esistente ed è visibile la targa in ricordo di Giuseppina Martinuzzi. Mio suocero era una persona molto ordinata e fra le sue carte ho trovato molti documenti utili all'arricchimento dell'albero. Un grossissimo contributo lo ho successivamente ricevuto da Alberto Martinuzzi e da Giorgio Marsan.
A giugno 2012 "The Church of Jesus Christ of Latter-day Saints" (Mormoni) ha messo in linea sul proprio sito internet FamilySearch moltissimi documenti fotografati dai registri Parrocchiali in Croazia. Questo mi ha permesso di arricchire ulteriormente l'albero e approfondire la storia dei Martinuzzi in Albona. Nessuno dei figli di Lorenzo Martinuzzi risulta nato in Albona. Il più antico documento, in mio possesso, contenente il cognome Martinuzzi (o Martinucci/Martinuci) è l'atto di matrimonio di Gioseffo Martinuzzi, figlio di Lorenzo da Tricesime, con Zuanna Bersezan, datato 15 marzo 1700.

Anche la famiglia BARTOLI, questo è il cognome della mamma di mia moglie, era istriana, originaria di Rovigno e trasferitasi ad Albona forse all'inizio del 1800. Matteo Bartoli (1756-1842) nato a Rovigno, la moglie Vincenza Brunelli (1761-1841) ed il figlio Matteo (1795-1852), anch'essi nati a Rovigno, risultano tutti deceduti ad Albona, dove Matteo, nel 1839, si è sposato con Giacoma Manzoni di antica famiglia albonese. Le informazioni su questo ramo della famiglia erano inizialmente basate su una lunga chiacchierata con lo Zio Enzo, il fratello di mia suocera. A settembre 2012, dopo la pubblicazione da parte di FamilySearch dei registri parrocchiali dell'Istria, è stato possibile convalidarle ed integrale ulteriormente. Un prozio di Licia era Matteo Giulio Bartoli, insigne linguista e glottologo, professore di storia comparativa delle lingue classiche e neo-latine all'università di Pisa e poi a Torino, uno dei massimi esperti sui dialetti dalmatici e istriani.